Quando si parla di rivoluzione dell’intelligenza artificiale, la si paragona ad altre rivoluzioni epocali come il fuoco, l’elettricità, le macchine a vapore, il treno o internet (giusto per citarne alcune). In termini d’impatto e nella velocità di adozione e crescita, trovo però l’elettricità come l’esempio più calzante, da usare come pietra di paragone per capire dove l’IA potrà andare, considerando l’impatto olistico che ambedue le tecnologie hanno: sociale, lavorativo, organizzativo, etico e politico.
Un mondo prima dell’elettricità
Immaginate una tranquilla serata di metà Ottocento, illuminata appena dal fioco bagliore di una candela o dal chiarore di una lampada a olio. Pensate poi a lettere scritte a mano, settimane di attesa per ricevere una risposta (se non mesi quando si trattava di corrispondenze oltre mare) e carrozze cigolanti che viaggiano lentamente da una città all’altra. Bello, sicuramente romantico, forse affascinante, ma onestamente, chi tornerebbe indietro?
Quando Thomas Edison, dopo tantissimi esperimenti, accese la prima lampadina elettrica nel 1879, difficilmente avrebbe potuto immaginare che quella tenue luce avrebbe cambiato non soltanto le notti buie, ma stravolto l’intera società e il nostro modo di vivere. Gradualmente, infatti, l’elettricità penetrò nelle case, nelle fabbriche, nei trasporti e nelle nostre vite, rivoluzionando profondamente il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo e facendo diventare il presente già passato.
La rivoluzione della notte
A livello sociale, l’impatto fu eclatante. Prima dell’elettricità, la giornata terminava al tramonto. La vita era scandita dai ritmi della natura, le notti buie limitavano attività e opportunità. Le comunicazioni, come detto, erano lente e difficoltose, rendendo il mondo immenso e distante. Ma con l’arrivo della corrente elettrica, la notte divenne un’estensione del giorno: città animate, commercio continuo, socialità in espansione.
L’elettricità regalò tempo e opportunità nuove all’umanità. Liberi dalle restrizioni del buio, nacquero nuovi mestieri e nuove abitudini sociali. Arrivò il telegrafo, poi il telefono, che eliminò le distanze. Seguirono radio (con valvole, transistor, amplificatori, stereo), televisione e, infine, internet, i social, la musica liquida, lo streaming e tanto altro ancora. In pochi decenni il mondo era diventato improvvisamente piccolo e molto connesso. Un seme che crescendo, ha portato frutti che erano inimmaginabili.
L’intelligenza artificiale. la nuova grande rivoluzione
Oggi, con l’intelligenza artificiale, siamo davanti a una svolta simile. Alcuni storcono il naso, come fecero i produttori di candele davanti alla lampadina. Ignorarla, però, sarebbe come ignorare la gravità: possibile, sì, ma con pessimi risultati.
Amy Webb, futurista e analista tecnologica, di cui consiglio caldamennte la lettura del report 2025 Tech Trends Report, ci ricorda che nell’ultimo anno l’umanità ha superato vari punti di non ritorno. Non è stato un processo graduale, bensì una serie di salti improvvisi che stanno ridefinendo profondamente la nostra società. Oltre all’IA, stanno avanzando anche sensori e biotecnologie, che insieme danno vita a una “intelligenza vivente”: sistemi capaci di apprendere, adattarsi e prendere decisioni strategiche autonome.
Come accaduto con l’elettricità quindi, anche l’intelligenza artificiale sta trasformando ogni ambito della nostra vita. Sul lavoro automatizza compiti ripetitivi, aumenta la precisione nelle decisioni, personalizza contenuti e anticipa bisogni e desideri. Forse oggi tutto ciò suona fantascientifico, ma basta ricordare che anche radio, televisione e internet lo erano per i nostri bisnonni.
Secondo Webb, la vera rivoluzione arriverà dai cosiddetti “Action Models” (LAM): AI capaci non solo di comunicare ma anche di comprendere e agire nel mondo reale. Aziende lungimiranti stanno già investendo in questi sistemi per automatizzare processi complessi, prevedere manutenzioni e ottimizzare intere filiere.
Proviamo ora a immaginare un futuro possibile, prendendo a modello l’evoluzione tecnologica dell’elettricità:
- Da assistenti virtuali semplici (come ChatGPT) a veri compagni digitali, empatici e intuitivi, capaci di supportarci quotidianamente.
- Orchestre di agenti che lavorano su compiti che un umano rifiuterebbe o farebbe con altri ritmi.
- Da sistemi educativi standardizzati a insegnanti virtuali che adattano in tempo reale l’educazione alle esigenze specifiche di ciascuno studente.
- Da social network statici a reti sociali dinamiche, dove l’AI facilita connessioni autentiche tra persone con passioni affini.
Così come l’elettricità rese possibili apparecchiature mediche avanzate (raggi X, ECG), l’intelligenza artificiale permetterà diagnosi predittive, trattamenti personalizzati e chirurgia robotica sempre più avanzata.
Nel campo scientifico, come il microscopio elettronico ha aperto nuove frontiere nella ricerca, l’IA svilupperà simulazioni e modelli scientifici potenti, accelerando enormemente le scoperte mediche e biologiche.
Per quanto riguarda l’esplorazione spaziale, se l’elettricità ha reso possibili viaggi e comunicazioni nello spazio, l’intelligenza artificiale guiderà missioni autonome, gestirà colonie extraterrestri e renderà esplorazioni interplanetarie sicure e sostenibili.
Una sfida di velocità
Tutto bello, sicuramente. Ma tecnologia e automazione hanno anche risvolti meno piacevoli. Una differenza cruciale separa elettricità e IA è il tempo di adozione. L’elettricità si è diffusa nel corso di due secoli, diventando lentamente una commodity. Al contrario, nonostante sia nata negli anni ’50, l’intelligenza artificiale ha subìto un’accelerazione vertiginosa solo negli ultimi anni—specialmente dopo l’arrivo di ChatGPT nel novembre 2022, dei Large Language Model e dell’IA generativa. Questa rapidità crea inevitabilmente sfide sociali, frammentazioni e divisioni tra chi riesce a stare al passo e chi rimane indietro.
È vero che l’eliminazione di lavori ripetitivi produce una maggiore ottimizzazione delle risorse, ma è anche vero che molti lavori, così come successo con l’elettricità, non avranno più spazio. Gestione ordini, letture di report, ricerche, contabilità e ruoli simili. Come fare in modo che le persone, le aziende e il pubblico si possano riorganizzare minimizzando gli impatti sociali?
Anche nel settore militare e della robotica, l’AI generativa sta accelerando drasticamente lo sviluppo di sistemi autonomi, ponendo questioni etiche complesse e urgenti. La competizione che avvertiamo tra aree geografiche ne è un esempio che è destinata a crescere, polarizzando ancor di pi l’uso delle tecnologie.
Amy Webb avverte chiaramente che “le decisioni che prenderemo nei prossimi cinque anni determineranno il destino della civiltà umana a lungo termine”. Questo significa che dobbiamo agire ora, sviluppando competenze, educazione e politiche adeguate, evitando che la velocità diventi una barriera insormontabile per molti.
Restare umani
Se l’elettricità ci ha liberati dal buio, l’intelligenza artificiale potrebbe liberarci dai limiti stessi della conoscenza e della creatività umana. La vera sfida sarà restare umani, conservando sensibilità, spirito critico e consapevolezza delle nostre radici, in mezzo alle incredibili comodità offerte dalle macchine intelligenti. Ma anche rivedere il modello di società e intervenire dove necessario. Purtroppo, i ritmi che l’evoluzione tecnologica ha assunto non ci permettono più di scrollare semplicemente le spalle, ma quantomeno bisogna capire cosa sta succedendo e rivedere se stessi alla luce dei progressi e delle nuove possibilità.
Se Edison oggi potesse vedere cos’è nata dalla sua semplice lampadina, rimarrebbe forse senza parole. Chissà, fra cento anni qualcuno sorriderà pensando ai primi passi timidi di ChatGPT e a dove saremo arrivati.