Serigrafia e digitale. Un futuro ibrido

Secondo l’ultimo rapporto Smithers, di cui ho letto il commento fatto da WhatTheyThink, sembra ci sia una fotografia abbastanza nitida dell’evoluzione del mondo della serigrafia. Nelle applicazioni mainstream, quelle più vicine alla stampa digitale e alla comunicazione visiva come cartellonistica, grafiche per punti vendita, regalistica, oggettistica promozionale, abbigliamento promozionale e sportivo, la serigrafia arretra. Il valore, stimato in 9,37 miliardi di dollari nel 2025, scenderà a poco più di 8 miliardi nel 2030. Nello stesso arco di tempo invece, la stampa digitale continuerà la sua corsa fino a superare, per la prima volta, i 200 miliardi di dollari.

Secondo l’ultimo rapporto Smithers, di cui ho letto il commento fatto da WhatTheyThink, sembra ci sia una fotografia abbastanza nitida dell’evoluzione del mondo della serigrafia. Nelle applicazioni mainstream, quelle più vicine alla stampa digitale e alla comunicazione visiva come cartellonistica, grafiche per punti vendita, regalistica, oggettistica promozionale, abbigliamento promozionale e sportivo, la serigrafia arretra. Il valore, stimato in 9,37 miliardi di dollari nel 2025, scenderà a poco più di 8 miliardi nel 2030. Nello stesso arco di tempo invece, la stampa digitale continuerà la sua corsa fino a superare, per la prima volta, i 200 miliardi di dollari.

La serigrafia ci interessa perché è un mondo complementare a quello della stampa digitale e le sue evoluzioni possono essere viste come paradigmatiche di ciò che può succedere nel digitale. Quanti serigrafi, alla comparsa delle tecnologie di stampa digitali, le hanno adottate iniziando il “movimento” dei sign maker oppure della produzione di oggettistica on-demand? Storicamente, sono due tecnologie che hanno sempre convissuto e quello che accade nell’una si riflette nell’altra.

Perché se la serigrafia fatica sulle piccole pezzature e sulla consegna rapida (ricordate una cosa simile con la stampa offset e la comparsa del piccolo formato?), resta valida quando si tratta di depositare spessori più elevati sul materiale, di garantire resistenze estreme o di lavorare con inchiostri conduttivi o particolari, non ancora eiettabili dalle attuali tecnologie inkjet. Infatti, nello stesso report si legge che il tessile serigrafico crescerà dai 16,8 miliardi del 2025 a oltre 20 miliardi nel 2030, mentre l’elettronica stampata, RFID, touchscreen, circuiti, valgono già più di 31 miliardi.

Stampa UV Industriale Roland
Un esempio di piccola produzione personalizzata con la stampa digitale UV

Il digitale che avanza

Nel frattempo, secondo Smithers, l’inkjet corre. Dal 2020 cresce a quasi il 10% annuo e nel solo comparto industriale vale già oltre 30 miliardi. Una spinta alimentata da testine più performanti, inchiostri speciali e da quella versatilità che permette di passare con naturalezza su diversi substrati, dal vinile al tessile, dalla decorazione d’interni al packaging, sempre preservando il valore delle piccole tirature, di richieste specifiche oppure on-demand. Per non dimenticare l’evoluzione verso prodotti più sostenibili. Uno dei punti di forza del digitale, infatti, anche in ambito industriale, è quello di ridurre a zero gli stoccaggi di telai, film e dello smaltimento degli inchiostri.

La conferma arriva anche dal report Gelato 2025: tre quarti degli stampatori dichiarano che metà dei propri ricavi provengono ormai dal digitale, e il 70% individua in personalizzazione, on-demand e sostenibilità i driver principali della crescita. In altre parole, il digitale non è solo un’alternativa ma un linguaggio nuovo. È diventato il ponte naturale tra produzione e nuove aspettative di mercato.

Oltre la grafica. Il manifatturiero europeo

Se allarghiamo lo sguardo oltre la comunicazione visiva, vediamo che la stampa digitale è già entrata nei reparti manifatturieri europei. Nell’automotive viene usata tanto per le livree dei veicoli industriali quanto per inserti personalizzati. Negli elettrodomestici, un frigorifero può trasformarsi in un media brandizzato. Nell’elettronica o nell’impiantistica, i pannelli di controllo vengono decorati o marcati direttamente in linea, senza scorte di parti pre-stampate.

I numeri poi confermano questa spinta. Il mercato europeo cresce in media del 6% l’anno fino al 2030, con punte nel packaging (+9%) e nella stampa UV (+8%), scelta per la sua capacità di lavorare su vetro, plastica e metallo. La Germania resta il mercato di riferimento, ma anche l’Europa dell’est presenta prospettive interessanti, favorite da nuovi stabilimenti produttivi che adottano il digitale fin dall’inizio.

Profittabilità e il rischio della corsa al ribasso

Il sondaggio Widthwise 2025, pur limitato al Regno Unito (con tutte le sue peculiarità ma comunque assimilabile ad altri mercati) e relativo principalmente al mondo della stampa e della comunicazione visiva conferma che i passi nella direzione del digitale sono già acquisti e consolidati, con oltre il 70% degli intervistati che possiede già una stampante UV e un terzo intende investirci ancora.

Ma dietro questo dato, c’è anche un’altra realtà relativa all’uso di tecnologie digitali. Il 65% dei clienti degli stampatori intervistati mette il prezzo come prima priorità, davanti a qualità, servizio e sostenibilità. È la fotografia di un settore che corre verso l’innovazione ma deve ogni giorno combattere con la trappola del prezzo più basso, sintomo di un mercato maturo in cerca di altri sbocchi più profittevoli.

Molti infatti stanno spostando il focus verso mercati a più alta marginalità, come l’interior design, la decorazione industriale o il packaging su misura (prototipi, mock-up e piccole tirature), dove i progetti sono verticali e più remunerativi. Altri scelgono la strada dello one-stop-shop, ampliando l’offerta dal piccolo formato all’abbigliamento, passando per regalistica e allestimenti. È un modo per alleggerire il “carico cognitivo” dei clienti, che preferiscono affidarsi a un unico partner affidabile piuttosto che frammentare gli acquisti tra fornitori diversi e giostrare le marginalità tra diverse tecnologie.

Un esempio di stampa UV flatbed per la personalizzazione industriale
Un esempio di stampa UV flatbed per la personalizzazione industriale

Il futuro è ibrido

Come risulta evidente, la vera chiave sta nell’orchestrare e nello sperimentare cose nuove. Siamo partiti dalla serigrafia, che giocoforza ha dovuto ritagliarsi degli spazi più verticali ma sicuramente più profittevoli, e siamo arrivati al digitale, che sta seguendo la stessa onda evolutiva, con diversificazioni applicative a cascata. Sempre più spesso, le offerte alla clientela sono fatte da soluzioni tecnologiche ibride che uniscono il meglio dei diversi mondi, dal serigrafico al tampografico sino al digitale in tutte le sue forme (eco-solvente, latex, sublimatico, UV, DTF, DTG). Da un singolo file a diverse declinazioni. Quindi tecnologie non più “rivali” ma complementari. E aziende che possono e devono provare a diversificare per testare nuovi mercati, nuove offerte o nuovi servizi adottando strategie a coda lunga. Ciascun elemento, con il proprio ruolo, funzionale o strategico, è capace di aggiungere valore e di fare la differenza dell’azienda nel mercato.

Quando il tuo cliente usa l’intelligenza artificiale

È una normale visita commerciale.
L’atmosfera è buona, il cliente sembra attento. Di colpo, scrolla la proposta con un mezzo sorriso, poi alza lo sguardo e dice: “L’ho già fatta leggere a ChatGPT. Mi ha segnalato tre punti poco chiari.

Pausa.

Non è una provocazione. È il presente.

Infatti, sempre più aziende stanno portando l’intelligenza artificiale dentro le decisioni d’acquisto. A volte in modo consapevole, altre volte no. Ma accade. E accade prima ancora che tu abbia finito di parlare.

L’AI è già seduta al tavolo con il tuo cliente

Oggi per usare l’IA non serve una piattaforma sofisticata. Basta copiare e incollare la proposta sull’IA di WhatsApp e l’IA si mette al lavoro:

  • analizza il tono
  • confronta i prezzi
  • cerca punti critici
  • suggerisce domande per la trattativa o si mette al tuo posto per simularla

È diventata una seconda mente del buyer. Silenziosa, veloce, spietata.
E se tu non lo sai, rischi di parlare solo a metà della tua audience

Non basta adottare l’AI. Bisogna gestirla

Il vero rischio oggi non è solo che il cliente sia più informato (anzi, un cliente informato è un segno di attenzione al tuo lavoro). Il rischio è che tu sia più lento di lui nell’uso di strumenti di IA e che ogni tua affermazione debba giustificarsi rispetto a quello che lui ha già letto dalla sua IA.

Per questo oggi non basta usare l’intelligenza artificiale per fare marketing o la vendita. Bisogna anche usarla per mettersi nei panni del cliente:

  • Cosa capisce della nostra proposta se la fa leggere e analizzare a un’IA?
  • Quali criticità emergono quando la nostra offerta viene analizzata punto per punto da un’IA che nel suo knowledge base ha visto migliaia di offerte durante il suo training?
  • Se cerca informazioni su di noi sul nostro sito, capisce perché i clienti dovrebbero fidarsi? Il nostro sito la rassicura o la confonde?

Role playing con l’AI. Come prepararsi alle nuove obiezioni

Prova questo semplice esercizio. Prendi la vostra offerta commerciale e chiedi a un’IA come ChatGPT la seguente domanda:

“Agisci come un buyer esperto nel settore X (il tuo cliente). Leggi questa proposta. Trova i punti poco chiari, quelli deboli, i vantaggi che potrei avere o i problemi che potrei aspettarmi e le domande che potresti farmi.”

Quello che otterrai sarà:

  • una lista di domande taglienti e approfindite
  • vuoti informativi dell’offerta
  • affermazioni non sufficientemente supportate da fatti reali
  • punti di forza che sembrano vantaggi per voi, ma non lo sono per il cliente

E da lì si riparte:

  • per chiarire
  • per riformulare
  • per prepararsi davvero simulando una conversazione con l’IA che si comporta come il tuo cliente

Essere IA-ready. Una mini checklist che può aiutare

Bene, a questo punto possiamo adottare un semplice ma efficace accorgimento, che ci aiuta a strutturare meglio la nostra proposta. Una veloce checklist che sia noi o i nostri venditori potranno utilizzare per controllare l’offerta.

☐ Ho testato la proposta con un’AI simulando il cliente
☐ Ho reso chiari i benefici e i risultati, non solo le caratteristiche (qui raccomando di adottare la metodologia CVB, caratteristiche>vantaggi>benefici reali per il cliente)
☐ Ho fornito prove concrete (case, dati, feedback)
☐ Ho usato un linguaggio chiaro, essenziale, accessibile
☐ Ho anticipato le obiezioni
☐ Ho spiegato perché noi, non solo cosa offriamo

🌐 Come ci vede l’AI (e perché ci deve trovare nei posti giusti)

E poi c’è il prequel della proposta: la ricerca. Oggi gli LLM come ChatGPT, Gemini, Claude, Perplexity, proprio come i motori di ricerca tipo Google o Bing, vanno a cercare informazioni su di noi e sui nostri concorrenti, se il cliente lo richiede.
Prova a scrivere su ChatGPT:

“Cosa si dice dell’azienda [X]?”
“È un’azienda affidabile?”
“Mostrami dei case study.”

E loro iniziano a scandagliare il web. Il tuo sito in primis. Ma anche recensioni, forum, articoli di terzi.
E se il contenuto migliore non è tuo, non controlli più la narrativa. È come se la reputazione fosse già automatizzata dall’IA. E la tua azienda, già giudicata, prima ancora di entrare in riunione.

Cosa fare subito

  • Cura il sito. Deve essere trovato e contenere le risposte giuste alle domande dell’IA.
  • Rendi i tuoi contenuti AI-friendly, chiari sin dal titolo, strutturati in ordine logico, orientati ai risultati per il cliente (di nuovo, usa il metodo CVB quando possibile, anche per la pagina “Su di noi”).
  • Esplicita le skill verticali e le referenze della tua azienda.
  • Inserisci case story reali, con dati e testimonianze.
  • Aggiorna regolarmente LinkedIn, Facebook e altri touchpoint.
  • Inserisci FAQ che le IA amano.
  • Chiedi alla tua agenzia SEO con l’IA vede il tuo sito.

Se non lo fai tu, lo farà qualcun altro. O peggio, lo farà un algoritmo, con dati incompleti.

Un nuovo capitolo è già iniziato

La fase dell’entusiasmo da “proviamo ChatGPT” è alle spalle. Oggi l’intelligenza artificiale è democratica, ovunque, trasversale. E se tu non la usi, il tuo cliente probabilmente sì. Se non prepari le tue risposte, lui prepara le sue domande. Se non curi la tua immagine online, qualcun altro o qualcosa ne farà un riassunto per lui.

Il tema quindi non è se usare l’AI. È cosa vede l’AI di te, e cosa racconta al cliente.
Ecco perché oggi serve un marketing e una vendita che considerino anche questo. A parità di prodotto, a parità di prezzo, vincerà chi riesce a farsi capire meglio, anche da un algoritmo.

ChatGPT-5. Un’occasione per iniziare con l’IA

Perchè usare ChatGPT-5 nella propria attività di stampatori.

Immagina di entrare in azienda la mattina, accendere il computer e trovare un unico strumento che sa già cosa vuoi fare. Non ti chiede quale modalità usare, non ti chiede di scegliere tra tre opzioni che non ricordi mai. Semplicemente inizia a lavorare con te.

Ecco, ChatGPT-5 è questo.
Un modello unico, capace di capire il compito e adattarsi automaticamente, riducendo quel carico mentale che ci ruba tempo ed energie. E, novità importante, è già accessibile anche agli utenti gratuiti (con limiti) e a quelli a pagamento.

Se hai appena iniziato a usare l’IA o stai sperimentando, queste sono le novità che per uno stampatore possono essere più rilevanti:

  • Un solo modello per tutto – Non occorre più chiedersi quale versione sia la migliore per il lavoro che devo fare: conversazione, ragionamento o entrambe. GPT-5 instrada automaticamente la richiesta nella modalità più adatta. Puoi comunque impostare un default: Auto (già predefinito), Fast (risposte rapide) o Thinking (ragionamento approfondito).
  • Meno allucinazioni, più onestà – Addestrato a dire “non lo so” quando non è sicuro (l’eccessiva compiacenza e le relative allucinazioni sono state dei freni all’adozione di strumenti come questo), fornisce spiegazioni più chiare e fonti. Non è infallibile, ma molto più affidabile di prima.
  • Gestione estesa del contesto – Puoi caricare testi lunghi o documenti complessi e GPT-5 li analizza passo passo senza perdere il filo. Si poteva fare meglio ma comunque il modello è ideale per testi estesi, brainstorming, report e analisi. Velocità di risposta alle richieste ottima.
  • Personalità integrate e Role Play efficace – Scegli un tono (ascoltatore, tecnico, robotico, ironico) senza riscriverlo ogni volta. Mantiene più a lungo il “ruolo” che gli assegni durante le iterazioni (es. agisci come social media manager) rispetto a GPT-4o.
  • Competenze di prototipazione e analisi dati – Più bravo a creare piccoli script di automazione ed estrarre insight da CSV o Excel. Utile per velocizzare l’amministrazione, preparare file o monitorare ordini.
  • Coding migliorato – Non il caso d’uso principale per PSP e sign maker, ma ora è molto più solido anche nello sviluppo.

Ragionamento avanzato per tutti

Credo che uno degli aspetti più interessanti di questo rilascio non sia solo tecnica ma l’abbattimento delle barriere all’IA di ragionamento avanzato. Una sorta di democratizzazione del cosiddetto “reasoning”.

Fino a ieri, i modelli più potenti o particolari erano stati esplorati solo dai più curiosi. Sam Altman ha condiviso un dato sorprendente: su 700 milioni di utenti settimanali di ChatGPT, meno dell’1% di quelli gratuiti aveva mai usato i modelli di ragionamento più evoluti. Non per mancanza di interesse, ma perché il percorso era complicato o comunque cambiare modello tra i tanti proposti non era così facile e intuitivo.

Con GPT-5 si ha il modello più performante alla portata di tutti, in tre varianti abbastanza semplici:

  • GPT-5 – standard e versatile per diverse tipologie di compiti. Lo trovi impostato di default.
  • GPT-5 Pro – per quei compiti più complessi e impegnativi a livello di ragionamento
  • GPT-5 Mini – Quando la priorità è la velocità ed efficienza

Niente paura però. Il modello instrada automaticamente la tua richiesta tra due modalità, analizzando il tipo di ragionamento necessario:

  • Thinking mode – quando occorre un ragionamento più complesso, una più profonda comprensione delle sfumature, o sono necessarie più risorse da impiegare per fornire la risposta.
  • Fast mode – quando le risposte che occorrono sono considerate più rapide e veloci da gestire.

ChatGPT-5 decide da solo quando attivare il ragionamento profondo, in base alla complessità del compito senza la necessità di dover switchare manualmente.

Per uno stampatore significa accedere alla capacità di pensiero del modello a più alte prestazioni senza essere un esperto di IA o di conoscere a menadito le varie differenze tra i modelli, come accadeva in passato (per la cronaca, i vecchi modelli rimangono accessibili per il momento nella sezione Legacy). Quindi, che tu stia facendo un preventivo articolato con diverse opzioni o pianificando un post per Facebook, il modello si adatta alla richiesta.

La verità sull’adozione dell’IA

Il rilascio di GPT-5, rivoluzione o evoluzione che sia, è il momento giusto per usare l’IA seriamente o aumentarne l’uso quotidiano. Il mio consiglio è di non inventare un caso d’uso solo per dire che stai “usando l’IA”. Invece, fai il contrario. Parti da ciò che fai ogni giorno (il caso d’uso appunto) e chiediti “Posso usare ChatGPT-5 per farlo più velocemente, per farlo meglio, per renderlo più interessante, più particolare?”

Infatti, anche se GPT-5 è sicuramente meglio, più veloce e più preciso, le persone non smettono o iniziano a usare l’IA solo per piccole differenze di prestazioni. Smettono (o non iniziano) perché, dopo qualche prova, non sanno cosa farci o semplicemente non riescono a contestualizzarla nell’ambito lavorativo. Diamo priorità a ciò che conta davvero per il nostro lavoro, dove c’è la ciccia, e proviamo a integrarci l’IA. Vediamo cosa succede. Ricordiamoci anche che non dobbiamo guardare all’IA solo al miglioramento immediato ma come a un valore che si sedimenta all’interno dell’azienda e a lungo termine amplifica in maniera sostanziale ciò che facciamo.

Partire da ciò che si fa già oggi e trasformarlo. È lì che avviene la vera ri (e)voluzione.

IA nel mondo della stampa. Predittiva, generativa o entrambe?

IA predittiva, generativa o ibrida. Capiamo le differenze e dove esse ci possono essere più utili.

Negli ultimi mesi sono apparsi diversi articoli che aiutano gli stampatori a orientarsi nell’uso dell’intelligenza artificiale. Alcuni esempi sono il recente approfondimento di Keypoint pubblicato da FESPA, che esplora come l’AI stia già trasformando vari aspetti del settore, e l’articolo di Drupa8 Reasons to Integrate AI into the Printing Process”, che elenca i benefici potenziali dell’integrazione dell’IA nei processi di stampa.

Queste analisi offrono spunti utili, ma mostrano anche un fattore comune: spesso le applicazioni di IA predittiva (già presenti da anni nei software di gestione e controllo) e quelle di IA generativa (più recenti, capaci di creare contenuti o cose che prima non esistevano) vengono presentate insieme, senza una distinzione chiara. Per chi opera nella stampa, capire in quale “famiglia” collocare ciò che viene proposto è fondamentale. Cambia il valore dell’investimento, il tipo di benefici e la velocità con cui si possono ottenere risultati ma soprattutto si riesce a capire bene di cosa si ta parlando, evitando il classico mischine di concetti e tecnologia

Cos’è l’IA predittiva

Partiamo dalla più longeva. L’Intelligenza Artificiale predittiva si basa sull’analisi di dati storici e in tempo reale per stimare quello che potrebbe accadere in futuro o per identificare anomalie in tempo reale. È come avere un “consulente digitale” che osserva i tuoi processi, individua schemi ricorrenti e ti segnala in anticipo potenziali problemi o opportunità.

Spesso e volentieri queste funzioni sono già integrate all’interno delle piattaforme e lavorano con modelli di machine learning che elaborano grandi volumi di dati per fornire previsioni o evidenziare criticità.
Un vantaggio strategico è la capacità di simulare scenari alternativi (what-if analysis), variando alcune variabili per capire in anticipo come potrebbero cambiare i risultati (molto importante nel caso di valutazione di nuovi lavori, di cambio prezzo o di nuovi scenari)

Nel settore della stampa, è già presente da anni, spesso nascosta dentro software gestionali, sistemi MIS specifici per il settore della stampa o dashboard di monitoraggio tecnico o funzionale, e oggi viene frequentemente “riverniciata” come novità AI. Ecco alcuni esempi di dove trovare in azione l’IA predittiva:

  • Dashboard che stimano il consumo di inchiostro per pianificare meglio gli ordini.
  • Manutenzione predittiva, con alert che segnalano quando una macchina potrebbe necessitare di interventi.
  • Pianificazione automatica della produzione, ottimizzando sequenze di stampa e utilizzo delle risorse.
  • Previsioni su tempi e costi di lavorazione, utili per offerte più precise e margini più stabili.
  • Simulazioni di margine in base a variazioni di prezzo o forniture.

Il suo punto di forza è fornire dati e previsioni affidabili, lasciando però la decisione finale all’operatore in base alle informazioni raccolte.

Cos’è l’IA generativa

L’Intelligenza Artificiale generativa (che è quella che ha rilanciato l’intelligenza artificiale negli ultimi anni) ha un approccio diverso. Non si limita a interpretare dati, ma crea nuovi contenuti partendo da input e indicazioni umane utilizzando il linguaggio naturale (una sorta di programmazione in prosa). È capace di produrre testi, immagini, layout o pattern originali, accelerando la fase creativa e rendendola accessibile anche a chi non ha competenze grafiche avanzate. Se avete sentito parlare di ChatGPT, Claude, Gemini, sapete sicuramente di cosa sto parlando.

Nella stampa, alcuni esempi concreti sono:

  • Generazione di grafiche personalizzate per un singolo cliente, sia come prototipo che finali per la produzione.
  • Creazione automatica di messaggi promozionali o schede prodotto pronte per la pubblicazione.
  • Proposte di layout di stampa basate sul brief del cliente e ottimizzate per il formato, i colori o il budget.

Aggiungerei, anche se non strettamente legato solo al mondo della stampa, la possibilità di fare brainstorming, di avere un partner con cui interloquire, di simulare un cliente, di creare materiale per la forza vendita e molto altro ancora.

La caratteristica distintiva è che propone soluzioni già pronte, riducendo drasticamente i tempi di preparazione dei file e permettendo di passare dalla richiesta del cliente alla produzione in tempi record.

L’ibrido: predittiva + generativa

La vera rivoluzione avviene quando l’IA predittiva e l’IA generativa lavorano insieme. In questo caso, la prima individua pattern, opportunità e criticità analizzando consumi, performance e trend dei clienti; la seconda trasforma queste analisi in azioni concrete e immediate.

Un connubio potente, che rende la creazione di contenuti finali molto veloce. Ecco alcuni esempi di applicazione ibrida nella stampa:

  • Campagne promozionali mirate create a partire da previsioni di domanda basate su periodi e dati precedenti. Ad esempio in estate o in periodi particolari come Natale o San Valentino.
  • Design ottimizzati in base al successo di attività simili fatte in passato, per massimizzare i margini e ridurre i tempi di produzione.
  • Piani di manutenzione con guide passo-passo per il personale, generati automaticamente in base ai dati delle macchine e alle problematiche più comuni.

Questa sinergia riduce il carico decisionale, accelera l’implementazione e consente di ottenere benefici tangibili più rapidamente. In pratica, è come passare da un “assistente che ti consiglia” a un “collega che prepara già la soluzione”.

Scegliere il giusto mix di AI per la tua azienda

Prima di investire in qualsiasi soluzione di intelligenza artificiale, vale la pena fare un’autovalutazione per mappare dove potrebbero arrivare i maggiori benefici. Chiediti:

  • Dove sono i miei colli di bottiglia o i casi d’uso per cui valutare l’adozione di piattaforme IA predittiva o generativa? Sono di tipo operativo (previsioni, pianificazione, manutenzione) o creativo (design, marketing, coinvolgimento clienti)?
  • Quali dati raccolgo già e come potrei sfruttarli? L’IA predittiva si nutre di dati storici e strutturati, mentre l’IA generativa ha bisogno di prompt, contesto, brief e input creativi.
  • Con quale rapidità mi servono i risultati? L’IA predittiva può offrire miglioramenti progressivi in efficienza, mentre l’IA generativa può fornire output creativi immediati.
  • Ho le competenze e la cultura aziendale per adottarla? L’IA ibrida richiede collaborazione tra operatori esperti di dati e personale creativo.

Chiarendo questi punti, sarai più preparato a scegliere il giusto equilibrio tra IA predittiva, generativa o ibrida, a discernere le tre casistiche e a fornire un brief preciso ai fornitori.
In questo modo, “AI” smette di essere solo una parola d’effetto in una presentazione e diventa un vero motore di redditività, creatività e vantaggio competitivo nella tua attività di stampa.

E quando un fornitore ti propone un prodotto “AI-powered”, non fermarti alla superficie. Approfondisci per capire davvero cosa stai acquistando. Puoi chiedere:

  • È predittiva, generativa o ibrida? Ti aiuterà a capire subito la natura della tecnologia e a impostare aspettative realistiche.
  • Come si integrerà nel mio flusso di lavoro? Anche la migliore soluzione AI può diventare un peso se non si inserisce in modo fluido nei processi esistenti. Non c’è cosa più deleteria che investire in qualcosa e poi non usarlo.
  • Che valore misurabile porterà alla mia azienda? Cerca risultati concreti, che siano tempo risparmiato, maggiore qualità, riduzione degli sprechi o marketing più efficace.

Formulare queste domande fin dall’inizio ti aiuterà a distinguere la vera innovazione dai semplici slogan di marketing e a garantire che ogni investimento in AI porti benefici chiari e misurabili alla tua attività di stampa.