Trend e tendenze nel 2022

Quali sono i trend di business e di marketing che potranno diventare più concreti nel 2022? Quali di essi saranno più rilevanti e investire l’intera azienda?

A fine anno assistiamo alla pubblicazione di tanti report di previsioni e tendenze da diverse agenzie e aziende (soprattutto d’oltreoceano) che tentano, in base ai dati raccolti negli anni precedenti, di capire che traiettoria il nuovo anno prenderà e cosa sarà possibile che si avveri.

Trend e tendenze infatti maturano nel tempo e si consolidano quando l’adozione degli stessi supera un determinato punto critico.

Per me, l’aspetto più importante sono le domande che tali tendenze suscitano e come le riflessioni che ne conseguono possono eventualmente cambiare il modo di fare di un’azienda.

Di seguito ne trovate sei per me più stuzzicanti, rimandandovi per gli approfondimenti ai link alla fine dell’articolo (sono gli stessi dell’articolo, ma così non interrompete la lettura cliccando gli hyperlink).

1 – Essere o non essere. Lo scopo di un’azienda. Chi è, cosa fa, perché lo fa

Lo scopo che un’azienda ha e del perché essa esista è un concetto chiave che definisce come essa si si pone davanti al mondo, ai clienti, ai potenziali clienti, ai partner e ai propri collaboratori.

Ci sono aziende che hanno fatto della loro missione un aspetto che travalica il puro business (vedi Starbucks con “to inspire and nurture the human spirit – one person, one cup and one neighbourhood at a time”) e comunque mission e vision sono (o dovrebbero essere) riferimento per tutte le strategie che si fanno poi a catena.

Non solo profitti dunque, ma una posizione nella società e nel contesto in cui si opera riconoscibile nel modo in cui l’azienda o l’imprenditore si relaziona con il mercato e che traspare chiaramente nelle azioni.

Secondo Deloitte, nel 2022 tale approccio dovrebbe assumere una maturazione più marcata anche perché, aggiungo io, la nostra sensibilità verso ciò che ci circonda, persone e ambiente, è molto cambiata e se possiamo scegliere, non ci accontentiamo solo di un presso basso o di una determinata caratteristica ma scegliamo un brand che ci dia qualcosa in più e si integri con il nostro sistema di valori.

Proprio la definizione dei valori, dello scopo, dell’ethos e dell’impatto che essi possono avere sulla società diventano un parametro importante per ogni tipo di azienda, dalle più piccole alle più grandi, che può esprimersi in diversi modi, come si vede nei prossimi paragrafi.

Capiamoci bene. Io sono sicuro che prezzo e qualità sono ancora i driver primari di scelta, ma nella stanza della trattativa, quando prezzi, servizi o tecnologie sono simili o allineate, allora il fattore scopo assume una rilevanza strategica, soprattutto se è attivamente praticato all’interno (stakeholder) e all’esterno (Customer Experience) dell’azienda.

Giusto per vedere come vanno le cose al di fuori del perimetro aziendale e come tale esigenza è avvertita nei consumatori, ancora Deloitte, che cita l’Edelman Trust Barometer, il 68% dei consumatori ritiene di avere la forza necessaria per far cambiare un’azienda mentre l’ 86% si aspetta che i CEO prendano una posizione chiara sui temi sociali.

Infatti, come dice Alec Ross nel suo ultimo libro “I furiosi anni venti” le aziende possono influenzare e dirigere i cambiamenti nella società molto più velocemente che il settore pubblico o dei governi citando Walmart e la sua decisione di vendere solo prodotti sostenibili.

Certo che bisogna considerare la nostra realtà locale. A proposito di questo, l’ultimo rapporto del Censis ci consegna un’Italia fragile e impaurita del futuro. Cosa che la pandemia ha solamente aggravato perché alcuni segnali erano già chiari prima del 2020.

Considerando ciò, proprio ai brand, alle aziende, agli imprenditori e alla loro capacità di prospettiva e valoriale spetterà un ruolo importante per esprimere tale direzione, proprio appunto con uno scopo chiaro e socialmente importante. Una cosa che credo arricchisca sia il consumatore che l’azienda stessa.

Se volete leggere una storia davvero bella a questo proposito, guardate cosa fa Dallara nel creare qualcosa di bello e di grande.

Il che ci porta all’altro trend del 2022: la sostenibilità e la responsabilità aziendale.

2 – Sostenibilità e responsabilità aziendale

Sostenibilità, responsabilità e senso di comunità. Questa tendenza richiesta implicitamente o esplicitamente dagli attori sociali ai brand e abbracciata più o meno volontariamente da essi, sembra sempre più consolidarsi a livello mondiale, specialmente nel 2022(vedi Hubspot oppure IBM ), anche a traino di quanto sopra detto.

Non importa se parliamo di piccole aziende o grandi marchi, l’attenzione agli altri, all’ambiente, al modo in cui i prodotti vengono fatti e al tessuto territoriale diventa parte delle strategie comportamentali di un’azienda.

Fare del mondo e della propria azienda un posto migliore lavorando su aree dove effettivamente si può agire non è impossibile e comunque è un aspetto che fa la differenza tra un brand e un altro, tra un’azienda e un’altra e ne permette lo sviluppo a lungo termine.

Personalmente credo che ciò non riguardi il vincere negli affari (o almeno non solo), ma il coinvolgimento delle persone dell’azienda in attività sociali porta a condivider i bisogni ed è una cosa che arricchisce e cambia il modo di porsi di fronte al mondo.

Senza cercare attività mirabolanti, tali azioni spaziano dalla collaborazione con realtà no profit (uno dei trend suggeriti da Forbes), locali o nazionali alla cura dei processi aziendali nell’ottica della sostenibilità, dalla collaborazione con il territorio nel proporre o supportare eventi culturali o di crescita (scuole o università), così come nell’attenzione rivolta alla crescita dei collaboratori con politiche d’inclusione e percorsi di crescita professionali.

Di nuovo, questo è un valore se permea e cambia lo spirito delle persone dell’azienda. Se rimane di facciata, ha vita breve e suona come una moneta falsa.

3 – Crescita dei collaboratori (Employee Activation)

Molto legato a quanto detto sopra, è il concetto di Employee Activation, riportato in un articolo del sito del Marketing Insider Group sulle tendenza per il 2022.

In poche parole, significa la disponibilità delle persone dell’azienda ai bisogni del cliente o del potenziale cliente. Una banalità direte voi. Scontato che ciò accada. Non sempre e oggi ciò è ancora più importante.

L’ampia possibilità di scelta per i clienti nel mercato, le informazioni disponibili in rete (simmetria informativa), l’equivalenza già sopra citata di molte tecnologie in termini di performance, danno un posto primario all’efficienza e all’empatia verso i clienti e i potenziali clienti nel servizio offerto dalle aziende, prima e dopo l’acquisto. Una sensibilità e una disponibilità verso l’altro reale e genuina.

Come detto, ciò dovrebbe essere già parte della Customer Experience (il report della PWC cita il 73% delle persone dove l’esperienza con il marchio è un fattore importante nella loro decisione d’acquisto), però accade che l’azienda si prodighi tanto per aumentare la presenza nel mercato a scapito di una crescita parallela nel servizio clienti (il famoso streching dell’azienda che cresce rapidamente ma non così la sua struttura).

Oppure si è semplicemente stanchi o presi dalla routine. Può accadere. Ma l’altro deve tornare al centro il prima possibile. Proprio guardando un video di Dan Pink, egli parlava della sedia vuota, cioè di tenere una sedia vuota che rappresenta il cliente in ogni momento dell’azienda, dalle strategie alle azioni più comuni. Un pratico “memorare” sul mondo che c’è fuori.

Per questo, l’investimento delle aziende sui propri collaboratori per lo sviluppo delle competenze e della capacità di relazionarsi con il pubblico a ogni livello aziendale (le famose soft skills), è cruciale per completare l’approccio di un brand al mercato.

Di nuovo, secondo Marketing Insider Group, questo sarà uno degli elementi più rilevanti nel 2022, insieme all’esperienza utente senza frizioni e pertinente alle esigenze della persona. Niente di nuovo sotto il sole quindi, ma un input concreto sotto forma di trend utile per farci una ragionata.

4 – La gestione del canale e la PX

Secondo Forrester, la riconsiderazione dei canali di vendita da parte dei brand è uno dei trend più importanti nel 2022.

Questo approccio è chiamato PX (Partner Experience) alla stregua della UX (User Experience). L’ecosistema dei partner, soprattutto nel B2B, è da riconsiderare come creatori di valore e non box-mover o partner con scarso valore aggiunto.

Chi non è d’accordo con questa definizione? Chi è nel B2B lavora spesso con due tipologie di clienti, il canale e l’utente finale. Spesso si tende a dimenticare il primo perché ci si focalizza molto sul secondo.

Però è anche vero che, se il canale non costruisce un valore proprio di esperienza e di supporto, al di la del prodotto che vende e che tende inevitabilmente a commodity, esso verrà bypassato dall’e-commerce.

Se il servizio e il supporto non c’è o è minimo (il discorso dell’Employee Activation vale anche per essi), perché acquistare da un rivenditore?

Uno degli esempi di tale cambiamento è nell’automotive.

Qui sta avvenendo una ristrutturazione dei canali di vendita, con concessionari che cambiano volto e diventano agenzie, con modelli di remunerazione basati su commissioni. Chi avrebbe mai detto che acquistare automobili online sarebbe diventato realtà? Eppure il 63% di una ricerca Google negli Stati Uniti considererebbe di acquistare un’auto online.

Questo dovrebbe introdurre prezzi chiari stabiliti dalle case, senza il “traccheggio” del cliente da un concessionario all’altro con il concessionario/agenzia che dovrebbe diventare fornitore di expertise e di supporto tecnico durante e dopo l’acquisto (ci sono anche altre soluzioni ibride considerate dai marchi).

Ciò porta le case automobilistiche ad avere un rapporto diretto con il mercato, non intermediato dal canale, farsi carico dei costi di magazzino e di stoccaggio e gestire anche le vendite tramite e-commerce (modello Tesla).

In molti casi, la soddisfazione del cliente potrà essere legata alla remunerazione dell’agenzia (anche se oggetto di discussione) per aumentare la fidelizzazione del cliente, il cross-selling e l’upselling.

In ogni caso, un cambiamento che lascerà il segno e che si concretizzerà a partire dal 2022 perchè sono rivoluzioni (o evoluzioni) grandi che impattano in maniera importante.

E’ chiaro che esperienza, cortesia, consulenza, disponibilità non tenderanno mai a commodity, delineando il percorso su cui investire nei prossimi anni, sia per le aziende che per la rete commerciale.

5 – Intelligenza artificiale e contenuti

Nel marketing l’intelligenza artificiale sta diventando più accessibile e alla portata delle aziende e nel 2022 questo approccio dovrebbe compiere un passo in avanti. Questa tendenza è praticamente riconosciuta da tutti ed è solo una questione di tempo perché essa si democratizzi e diventi di uso quotidiano.

Attività come l’analisi avanzata, la SEO e l’identificazione delle keyword più remunerative, le gestione di campagne mirate, la distribuzione di contenuti che convertono di più, la creazione di pubblici altamente profilati è ormai realtà (si pensi ad esempio ai software CDP, acronimo di Customer Data Platform, in grado di tracciare i customer journey delle persone, nel rispetto della GDPR, e di poter generare la distribuzione di contenuti altamente attinenti alle necessità e ai gusti delle persone), l’assistenza predittiva post vendita.

L’AI sta diventando protagonista anche nel Marketing Conversazionale, cioè il dialogo tra utenti e aziende fatte da chatbot evoluti, che si configurano in automatico secondo le domande e i comportamenti delle persone, ad esempio sui siti web, con un salto avanti notevole rispetto a chatbot che lavorano su Playbook o percorsi IF/THEN definiti (molto diffusi ma sicuramente validi ma meno flessibili di quelli basati su AI e Machine Learning).

Queste piattaforme di marketing conversazionale imparano e assumono un linguaggio naturale, proprio per evitare quella sensazione di distonia tipica di chatbot meno evoluti.

Da notare che, secondo Forrester, l’engagement digitale diventerà persistente, o in gergo “always-on” e adottata dal 70% dei marketer.

Per far questo, si farà sempre più ricorso ad automazioni digitali per gestire il funnel, i follow-up e le conversioni.

Ma Forrester avverte anche che, il 75% degli sforzi potrebbe non raggiungere lo scopo, a causa della non sufficiente personalizzazione dei contenuti, derivanti dalla mancanza di uno studio serio sulle personas e i comportamenti d’acquisto. Il che ci porta al prossimo trend.

6 – Cookie, dati e AI

Coma ampiamente anticipato nei mesi scorsi, il 2022 vedrà la progressiva scomparsa dei cookie di terze parti. Google dimetterà infatti l’uso dei cookie entro due anni, cosa che Safari e Firefox hanno già fatto.

L’uso di tali cookie è per la profilazione e la creazione di annunci pubblicitari mirati e possono essere “letti” da altri siti, a differenza dei cookie di prime parti, generati dal sito in cui si sta navigando e leggibili solo da quel sito stesso.

Se vendo impianti fotovoltaici, è utile sapere se la persona ha già visitato un sito differente dal mio che ne parla.

La diminuzione e la scomparsa di questi cookie si rifletterà sulle advertising digitali (retargeting), costringendo le aziende a lavorare molto sull’esperienza utente tramite i cookie di prime parti, la qualità dei contenuti e quella degli eventi, fisici, digitali o ibridi.

Questo legato a una conoscenza delle audience grazie alla raccolta dati, alle interviste, allo studio dei clienti esistenti e del marcato in cui si lavora.

Secondo The Drum, il lavoro sui dati di prime parti, non solo provenienti dal sito ma combinati con gli altri touch-point e attività che l’azienda attiva durante il customer journey, diventa fondamentale per le personalizzazione dell’esperienza utente.

The Drum suggerisce anche di usare la gamification, ove possibile, per arricchire questo set di dati, fatta di quiz o survey mirati al prodotto o al servizio che si vuole spingere. Contenuti interattivi che danno informazioni sensate ma permettono un approccio più facile (vedi Outgrow).

A tal proposito, secondo Deloitte il 61% delle aziende con crescita molto marcata stanno già muovendo le loro strategie su dati di prima parte, fornendo content dinamici personalizzati e advertising programmatiche.

A prescindere da questo, a livello marketing rimane fondamentale l’uso di esperienze personalizzate online e offline, la creazione di relazioni vere con le persone, i gruppi e le community, così come la digitalizzazione delle attività (marketing automation, CRM, CMS, DAM, marketing conversazionale, content dinamici, Analytics, Data Visualisation) e la centralizzazione dei dati utente su piattaforme (CDP).

Concludendo

Fare previsioni su quello che sarà è arduo, soprattutto di questi tempi. E’ innegabile però che alcune linee di tendenza sono marcate e altre seguiranno sulla scia di queste.

Non cambia l’interesse genuino verso l’utente, verso le proprie persone, la curiosità, l’innovazione, l’ascolto e l’amore con cui si fanno le cose. Anzi, se si è già su questa strada, le nuove tecnologie e tendenze saranno solo un vantaggio o un’opportunità.

 

Sorgenti

Forbes

Deloitte

Marketing Insider Group

The Drum

Forrester

Hubspot

Amazon

Foto di copertina  di Johannes Plenio su Unsplash

La stampa digitale nel 2022

Cosa succederà nel 2022 nella stampa digitale di grande formato e in generale nella comunicazione visiva? Cosa può essere lecito attendersi visto quello che è successo negli anni precedenti?

In questo articolo esploriamo alcune linee di tendenza generali  per condividere con gli operatori del settore cosa potrà accadere e come considerarlo in eventuali investimenti aziendali.

Uno sguardo alla parte economica

La presenza ancora attiva del Covid, il ritorno dell’inflazione e la carenza nella fornitura di materie prime sono parametri che impatteranno sul mercato della stampa digitale. L’inflazione in particolare dovrà essere tenuta d’occhio così come il costo dell’energia e dei beni primari (che può impattare anche sui supporti di stampa).

Per il tessuto italiano fatto principalmente di piccole e medie imprese, già provate dalla pandemia, la sfida derivante da quanto si articolerà soprattutto nell’aumento della produzione per far fronte all’aumento dei costi, una revisione dei prezzi al pubblico. Qundi anche la ricerca di nicchie di mercato con marginalità maggiori rispetto a mercati già consolidati. Secondo le previsioni, questa situazione economica dovrebbe durare fino alla metà del 2022.

Tuttavia, le agevolazioni fiscali messe in campo dal governo, e le facilitazioni del progetto Industria 4.0 offrono alle aziende la possibilità di continuare a investire in innovazione. Nella stampa digitale di medio e grande formato, sarà tuttavia essenziale continuare l’esplorazione di nuovi segmenti di mercato e investire nella combinazione di più tecnologie per ampliare l’offerta del portafoglio di applicazioni grafiche da offrire alla clientela.

Un mondo ibrido ed effervescente

La pandemia ha spinto molto sulla digitalizzazione e nell’uso delle risorse disponibili in rete. Soprattutto nel B2B, la fruizione di contenuti pubblicati sul web (guide, articoli, video, casi studio) ha ampliato la conoscenza delle tecnologie da parte degli utilizzatori che si presentano oggi molto più consapevoli rispetto al passato.

Una delle guide offerte da Roland sulle differenti tecnologie
Una delle guide offerte da Roland sulle differenti tecnologie

Il mix tra eventi virtuali come webinar e dirette e quelli fisici (fiere ed eventi) ha definito i primi come momenti esplorativi per una prima selezione e i secondi come momenti di finalizzazione e di relazione. Tutto questo a vantaggio di una consapevolezza maggiore nelle scelte tecnologiche per le aziende di stampa e comunicazione visiva.

Ultimo, ma non meno importante, lo scenario che si presenta è caratterizzato da una iper-competizione, che non significa solo la comparsa di nuovi attori ma la necessità di preservare una flessibilità che le aziende devono strutturare per reagire velocemente e proattivamente alle richieste del mercato, sia evidenti che latenti, prima che lo facciano gli altri.

A questo proposito, marchi come il mio, Roland DG, e altri nomi della stampa digitale come HP, Mutoh, Mimaki, Epson, Summa, Canon, Agfa per citarne alcuni, devono offrire sia spunti per nuovi mercati da esplorare (nuove nicchie, nuove modalità applicative) sia la consulenza necessaria per aiutare gli stampatori a rimanere pronti a eventuali cambi in corsa richiesti dalle mutate esigenze del mercato (consulenze e supporto tramite i partner sul territorio).

Il 2022

Quando parliamo di futuro e di trend, si tende a immaginare cose che  spuntano improvvisamente fuori e producono un cambiamento.  In realtà non è quasi mai così.

I trend e le situazioni si creano e si consolidano nel tempo e diventano più visibili da un certo momento in avanti. Il loro modo di evolvere di solito ignora gli anni solari ma accelera o rallenta a seconda delle condizioni tecnologiche ed economiche.  Consideriamo allora ciò che sarà più probabilmente visibile e concreto nel 2022.

In generale, analizzando le previsioni dei vari report disponibili online, il mercato del Sign e della comunicazione visiva presenta una crescita media del 4,8% annua fino al 2026, che non è niente male, considerando anche l’impatto pandemico avuto e in essere.

Comunicazione Visiva e Sign

La situazione odierna sembra in alcuni tratti ricalcare quella post pandemica del 2020, quando dopo le restrizioni vi è stato un aumento nella produzione di grafiche per punti vendita per rinvigorire i messaggi e gli ambienti, in combinazione con quelle grafiche specificatamente create per indicare comportamenti e regole da tenere per evitare i contagi.

Queste ultime avranno bisogno di una revisione e aggiornamento, per cui saranno ancora fonte di business nel 2022. Per la comunicazione visiva,  avremo ancora chiusure e aperture che dipendono dal numero dei contagi. Tuttavia, proprio per far emergere il punto vendita, l’evento o l’attività, la comunicazione visiva giocherà un ruolo fondamentale, soprattutto con idee wow e di qualità.

Grafiche da muro (wall graphics), banner da interni ed esterni, bandiere, display POP/POS, grafiche da pavimento e personalizzazione di flotte aziendali, giocheranno un ruolo importante.

Queste proposte grafiche dovranno far parte dell’offerta alla clientela per rendere l’accoglienza indimenticabile e nel rispetto delle norme, magari prevedendo nelle offerte già diverse versioni a seconda delle stagionalità (es. primavera/estate), degli eventi concomitanti (sport, promozioni, ricorrenze).

Un esempio di banner
Un esempio di banner

Servizi di progettazione e design

Proprio la necessità di proporre grafiche che abbiano un impatto sulle persone, una delle tendenze nel modo della stampa e della comunicazione visiva è quella di offrire servizi di progettazione grafica e design.

Se fino ad oggi questi servizi erano dati quasi gratis, contando principalmente sul business generato dal prodotto stampato, il livello di competizione e la specializzazione richiesta porta necessariamente ad offrire questi servizi a pagamento e parte integrante dell’offerta.

E’ ovviamente un processo educativo verso il cliente, ma che genera risultati sul lungo periodo e permette di valorizzare le competenze dell’azienda di stampa. La proposta grafica può passare con l’assunzione di grafici specializzati e designer oppure con accordi con agenzie esterne che possono offrire questo servizio agli stampatori.

Graphic Design
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La diversificazione delle tecnologie

Una delle tendenze principali, già visibili negli Stati Uniti da circa un paio d’anni e che sta giungendo anche qui da noi, è quella d’integrare più tecnologie all’interno delle aziende di stampa, per offrire un servizio più completo alla clientela ed evitare che essa debba rivolgersi a fornitori diversi.

Soprattutto nelle piccole aziende di stampa, questo aspetto diventa fondamentale per rimanere competitivi. Ma cosa significa diversificazione?

In poche parole, acquisire diverse tecnologie di stampa complementari e, partendo dal file del cliente, proporre diverse soluzioni di personalizzazione con differenti tecnologie e materiali.

Per esempio, stampa & taglio e tecnologia UV, per offrire la personalizzazione degli oggetti. Oppure laser e stampa UV, per creare oggettistica super personalizzata. E ancora tecnologie di stampa su abbigliamento, come trasferimento termico e DTG (stampa diretta su magliette e abbigliamento).

Avere queste tecnologie aumenta la competività e la professionalità della nostra azienda perchè permette di:

  1. Avere un’offerta completa ed evitare la dispersione della clientela
  2. Controllare l’intero processo di produzione e la qualità di stampa
  3. Essere flessibili per produzioni on-demand e cin tempi di consegna molto stretti
  4. Essere autonomi
Esempi di stampa & taglio
Esempi di stampa & taglio

La iper e micro personalizzazione

Tempo fa, Deloitte pubblicò un rapporto relativo al valore che la personalizzazione apporta e di come essa sia sempre più richiesta.

Mentre al tempo della ricerca questo trend diventava piano piano più marcato, la pandemia, lo sviluppo repentino dell’e-commerce e la consapevolezza tra le aziende di brandizzare il più possibile la loro presenza per distinguersi nel mercato, ha accelerato la necessità di personalizzazione, o di personalizzazione di massa, nel senso di renderlo disponibile per tutti, dalla t-shirt all’abbigliamento da lavoro.

Nel 2022, questa sarà una tendenza molto consolidata, da considerare assolutamente nelle attività di stampa.

La personalizzazione è uno dei trend con maggior crescita. Il web-to-print presenta una crescita del 7% annua, quello delle t-shirt ha una crescita attesa del 9,7% e l’e-commerce (dove gli oggetti personalizzati sono venduti) prevede una crescita del 14,7%.

Adesivi, oggettistica, promozionale, abbigliamento, packaging. Sono i settori dove la personalizzazione gioca un ruolo fondamentale, principalmente con le seguenti tecnologie, a cui abbiniamo le maggiori applicazioni:

  • Stampa & taglio – Per adesivi, etichette, personalizzazione di automezzi, moto, scooter, bici, materiale termo trasferibile su abbigliamento, decal.
  • Flatbed UV – Per oggetti promozionali, regali, pannelli, fotografie, contenitori, apparecchiature, strumenti musicali e oggettistica d’arredamento
  • DTG e trasferimento termico – Maglie, felpe, cappelli, borsoni, street-wear, athletic-wear, leisure-wear
  • Stampa UV roll-to-roll – Etichette, packaging (anche con effetti 3D e materici).
Esempi di produzione con una DTG Roland
Esempi di produzione con una DTG Roland

La decorazione d’interni

Sempre descritta come la “next big thing“, la decorazione d’interni con la stampa digitale di grande formato in realtà ha sempre faticato nel diventare un mercato interessante per gli stampatori. Ci sono difficoltà oggettive quali:

  • Trovare la clientela
  • La progettazione dell’arredo
  • Il contatto con i designer e gli architetti
  • Un vocabolario e una tassonomia differente

Tuttavia, le attività svolte sino a oggi di educazione di architetti e designer e la collaborazione tra essi e gli stampatori ha permesso di smussare i vari angoli e rendere la stampa digitale una solida alternativa per la decorazione d’interni. Viscom, per esempio, ha sempre promosso questa sinergia, grazie anche agli sforzi degli organizzatori e di Paola Silva Coronel per rendere più vicina la domanda del mercato  e l’offerta degli stampatori.

Il 2022 sembra un anno in cui la decorazione può diventare un mercato abbordabile per gli stampatori a patto che vi si dedichino delle risorse e si coltivino le relazioni con i progettisti.

Le risorse servono principalmente a stabilire e consolidare un contatto con i designer, gli studi di interior e gli architetti, nonché preparare un catalogo con le varie possibilità applicative. Poi magari dei micro eventi dove illustrare “de viso” le varie applicazioni e le modalità di consegna. Bisogna lavorare in sinergia con queste figure per massimizzare la resa.

A livello applicativo e di offerta parliamo di:

  • Rivestimenti con pellicole di superfici e mobili
  • Fine art (quadri su tessuto)
  • Wall graphic
  • Wall paper
  • Oggettistica
  • Floor graphic
  • Tendaggi, tovaglie, tende
  • Vetri e vetrine
  • Mobili personalizzati
  • Affreschi digitali

Le tecnologie disponibili (in questo casa stampa, stampa tessile, stampa UV), le certificazioni e i materiali rendono oggi il salto possibile per uno stampatore.

Un mercato, quello della decorazione, che ha margini di profitto molto più elevati della comunicazione visiva, con progetti sempre fatti ad-hoc, ritagliati sulle esigenze del cliente e di fatto non comparabili a livello di prezzo.

Esempi di personalizzazione d'interni
Esempi di personalizzazione d’interni

Web-to-print e E-commerce

Come citato prima, la proliferazione di e-commerce ha reso esplosivo il mercato dell’oggettistica personalizzata. Nuovi attori sono arrivati sul mercato offrendo di tutto tramite piattaforme specializzate come Etsy o Printify. Essi producono e vendono internamente oppure tramite piattaforme delegano a fulfillers che stampano e spediscono.

Gli stampatori hanno diverse scelte a disposizione, da valutare:

  • Lavorare come fulfillers per piattaforme esistenti
  • Creare il proprio shop online
  • Creare shop online per la clientela esistente
  • Gestire gli shop on line dei clienti, produrre e spedire per loro conto

Le ultime due opzioni sembrano quelle più profittevoli a livello di marginalità.

Creare shop per clienti esistenti significa fornire dei portali privati e customizzati dove il cliente può entrare, scegliere il materiale e inserire l’ordine.

Il catalogo è fatto sulla base delle esigenze specifiche del cliente (per esempio, un ristorante vedrà menu, camici per lo staff, tovaglie personalizzate, banner con offerte del giorno ecc.), con listino e termini di consegna concordati. E’ una soluzione presente nella piattaforma PerBiz di Roland così come in altre piattaforme.

I vantaggi sono quelli di poter programmare il lavoro e di conoscere poi in maniera organica e precisa i dati di consumo e le tempistiche di riordino della clientela.

L’altra opzione invece è un mix tra marketing digitale e servizi di stampa. Clienti come artisti, birrifici, influencer, fotografi, gruppi musicali, associazioni sportive, aziende vinicole, fiere, eventi, hanno l’esigenza di promuovere il loro marchio e di vendere merchandising.

Aiutarli a costruire un eshop e stampare poi tutta l’oggettistica può rappresentare un’interessante fonte di business dove si offre il servizio (il sito di e-commerce e la promozione sui vari canali social), la stampa e la consegna.

Qui è importante la sinergia con un’agenzia web, che si farà carico della parte di info-struttura mentre lo stampatore sarà il referente di progetto per il cliente.

L'e-shop PersBiz di Roland DG, creato per chi fa stampa digitale
L’e-shop PersBiz di Roland DG, creato per chi fa stampa digitale

La stampa industriale

La stampa industriale è un mercato complesso, ma pieno di opportunità. E’ una tendenza solida (dove addirittura si ipotizzano crescite fino al 18% annue), che nel 2022 sarà di nuovo un’ottima opportunità per le aziende di stampa.

Pensiamo al packaging, alla personalizzazione di apparecchiature o di parti di esse. Aggiungiamo il mondo del tessile, del fashion con richieste on-demand, dei prodotti di bellezza e del lusso.

Anche se la tendenza è qualla che le aziende produttrici portino la personalizzazione in-house, rimane sempre una buona fetta di industrie che esternalizzaono tale lavoro (per differenti ragioni: costi, competenze, flessibilità).

L’approccio dello stampatore deve essere consulenziale e disporre di un parco di tecnologie in modo da soddisfare le differenti esigenze delle aziende manufatturiere. Tecnologie principe sono l’UV, roll-to-roll, benchtop e flatbed, seguite dalla stampa tessile sublimatica, quella Direct-To-Textile e la stampa inkjet.

Possiamo anche citare lo sforzo che Print4All sta facendo per focalizzare le aziende in questa direzione, proprio mostrando la fattibilità di una concreta collaborazione tra stampa e industria.

Esempi di prototipazione packaging con effetti materici
Esempi di prototipazione packaging con effetti materici

Sostenibilità

La sensibilizzazione sui temi di sostenibilità si concretizzerà molto nel 2022. Ora sappiamo che le tecnologie di stampa hanno tutte degli aspetti che possono impattare sull’ambiente. Il lavoro dello stampatore sarà quello di minimizzare tali impatti, renderli gestibili, utilizzare materiali e certificazioni che comprovino l’impegno verso la sostenibilità.

Il PVC è un materiale ancora molto usato (e lo sarà per molto), così come lastre e pannelli. Però ci sono molte alternative offerte dai produttori a livello di materiali più green che sono sicuramente da testare.

Ai produttori di apparecchiature si possono chiedere le varie certificazioni, sia di prodotto (es. ROHS) che applicative (GreenGuard o OEKO-TEX).

In più, buone pratiche di riciclo o di smaltimento possono essere certificate e portate come prova concreta dell’impegno aziendale verso la sostenibilità e l’ambiente.

La certificazione Greenguard disponibile sugli inchiostri Roland
La certificazione Greenguard disponibile sugli inchiostri Roland

Per concludere

Aspettare che il cliente arrivi non sembra più una soluzione praticabile nel 2022. Così come non lo è non coltivare i clienti esistenti con nuove proposte e applicazioni.

Vista la mole d’informazioni disponibile in rete, oggi la clientela può tranquillamente fare le sue scelte senza che noi ne siamo a conoscenza e trovare altri fornitori che hanno una presenza più puntuale sul web.

In più, se non si è proattivi nella ricerca e nella proposta, alcuni trend importanti e domande latenti possono sfuggire, con un danno all’azienda.

Curare e valorizzare la propria proposta e la presenza, sia online che offline, diventa elemento distintivo per uno stampatore. Così come, a piccoli passi, cominciare a cavalcare i trend che abbiamo descritto sopra.

Nulla tuttavia è scritto nella pietra, soprattutto in questi periodi. D’altro canto, se ci sono periodi in cui prendere decisioni differenti oppure osare qualcosa di nuovo, sono proprio questi.

Allora buon lavoro e buon 2022!